COR
di Luca Bruni
e Mario Ferrari
L'anno del giubileo, la parola ( il suo significato parziale ) richiamava lo jubilus e le mirabili parole di Agostino africano sul melos che rinuncia alla parola, per farsi nudo cantoe corpo: quid restat nisi ut gaudeaut cor... e cor è cuore, corpus, ma anche coro e danza ( quanto spesso ci capita sentir dire da profani : "senza musica" di un brano di sole voci ) : cor è allora danza senza parole e senza musica, corpo senza logos e senza harmonia, ovvero privo di risonanze ritmiche, ridondanze mondane; corpo sacer, separato, lontanodall'orecchio e voce sacra, plurale e lontana dagli occhi.
Il percorso è messianico:d'un uomo ( dell'uomo per i credenti ) stanco di aspettare, che rompe il cerchio vuoto splendente del Qohelét, del "nulla di nuovo sotto il cielo e sopra la terra" e pure quello del dono e del castigo d'un iddio creatore pentito: irrompe e taglia l'eterno in istanti di salvezza e cosi inventa una storia di grazia che è la peggiore per lui delle disgrazie, purchè si avvicini la fine del tempo, di ogni tempo - quello tagliato e quello ciclico. Gli umbri Francesco e Angela, Gioachino di Calabria e Giovanni Castigliano: sorella morte e sposo in croce, l'età dello spirito attesa prima - e - dopo quelle del padre e del figlio, la verità nascosta ( o forse assente? ). Eppure in COR le par(ab)ole si ascoltano: si ascoltano? Le ascoltano i nostri sensi secolari presi d'altri riti; e, se le ascoltano, ne sanno ancora le regole del gioco festivo, consegnate ad una memoria semi-dinamica, quasi scordata del tutto? Dunque: non s'intendono dicorsi metrici, dunque: si danzano voci silenti sine verbis. Scampoli storici ( non: di Storia, si capisce ) si possono accostare e cucire, perchè no? E ciò che rimane è l'artigianato delle antiche cantorie ( invero, ciò che rimane ) come delle nuove sartorie teatrali, attrezzate per vestire noi ingudi, ancora: di finzioni e luci leggere, o di cultura e del pesante operare di cui non sappiamo fare a meno, nonostante quell'uomo.
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una co-produzione
X FESTIVAL ARTE SACRA DI MADRID, 2000 SPAGNA
FESTInVAL TIBERINA, UMBERTIDE
LA TERRA NUOVA
OPLAS - Centro regionale della Danza Umbria
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progetto
PIERO A. ARCANGELI
coreografia
LUCA BRUNI
scene, costumi, video-concept
MARIO FERRARI
concertazione
GABRIELLA AGOSTI
corpo di ballo:
Marta Benvenuti, Rossana Bonafè, Iunia Bricca, Mario Ferrari, Barbara Funedda, Sompong Champhun
soprani
EMANUELA AGATONI, GIULIA RINALDI, SABRINA SANNIPOLI, manuela Agatoni, Giulia Rinaldi, Sabrina Sannipoli
contralti
MYA FRACASSINI, VINCENZO SCAGRAFILE, ANNALISA AMODEO
tenori
ENRICO CIULLO, LEONARDO ANDREOTTI
baritoni
MAURO BORGIONI, FEDERICO GIUBILEI, STEFANO MASTRIFORTI, CLAUDIO SARRINI
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musiche
tradizione orale umbra, Gregoriano, Perotinus,
Laudario Cortonese, Monteverdi, Da Victoria,
Arcangeli, Caldini, Sisask
testi
Isaia, Agostino, Gioacchino da Fiore,
Dante Alighieri, Matteo Giovanni Luca Evangelisti,
Apocalypsis, Juan de la Cruz
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coreografia
LUCA BRUNI
scene e costumi
MARIO FERRARI
musiche
GAOS, RESPIGHI, R.STRUSS