IL GRANDE VIAGGIO
DEL DIVINO DANTE
prima rappresentazione al
FESTIVAL INTERNATIONAL DU THEATRE DU SAHARA
coreografia LUCA BRUNI / ELEONORA CANTARINI
scene e costumi MARIO FERRARI
musiche MARCO SCHIAVONI
interpreti LUCA BRUNI, ELEONORA CANTARINI, MARIO FERRARI
e con la partecipazione straordinaria di MASSIMO BELLI
progetto sostenuto da
REGIONE UMBRIA
MINISTERO DELLA CULTURA ( MiC )
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI TUNISI
con il patrocinio di:
AMBASCIATA DELLA TUNISIA A ROMA
partner del progetto in Tunisia:
NESS EL FEN ( C.ie Syhem Belkhodja )
SPONSOR UFFICIALE per la replica a Tunisi:
# Lo spettacolo
dopo il debutto del 22 Marzo al Festival Int. del Teatro del Sahara, è presentato:
- alla Rassegna BODIES a Corinaldo ( 29 Magio '21 )
- a Ladispoli nell'ambito della Rassegna CORRISPONDENZE, ( il 25 Settembre )
- all'Aquila nell'ambito del festival VISIONI ( il 27 Settembre )
- a Matera presso l'Auditorium Gervasio
- a Cerveteri nell'ambito del Festival Cerveteri in Danza
- al Teatro dell'Opera di Tunisi nell'ambito della Piattaforma della Danza Italiana "D'ACCORDO"
( dopo una residenza creativa al Centre Culturel Menzah VI di Tunisi in collaborazione con C.ie NESS EL FENN diretta da Syhem Belkodja )
Il 2021, l’anno dei settecento anni dalla nascita di Dante, è per noi italiani motivo di celebrazioni: ma cosa celebriamo esattamente? Un grande, sommo poeta o l’opera letteraria? Oppure, cosa ancora più preziosa, il messaggio nascosto tra le righe della Divina Commedia? Come fece Dante, la riflessione coreografica si spinge alla ricerca di quell’essere umano che si perde costantemente, per poi cercare di “ritrovarsi” e, per quanto possibile, migliorarsi. Il lavoro è quindi un percorso che scende dentro la mente e l’animo dell’uomo, girovagando fra i suoi dubbi, cercando laddove la parola scritta suscita immagini e riflessioni profonde.
Si parte, in maniera quasi scontata, dall’Inferno, dall’immagine di un uomo fisicamente intrappolato in un ammasso di rami, per poi perdersi nei cerchi in cui Dante, sapientemente, ha collocato i nostri lati oscuri. Virgilio accompagna Dante e lo protegge contro i mostri che abitano quei luoghi tenebrosi da cui emana un odore fetido, cosparso di corpi dilaniati che tendono i propri arti verso altre mani
altrettanto dannate.
«Oh!», diss'io lui, «non se' tu Oderisi, l'onor d'Agobbio e l'onor di quell'arte ch'alluminar chiamata è in Parisi?»… Il miniatore Oderisi da Gubbio citato da Dante non è l'unico cittadino di Gubbio presente nella Divina Commedia, ma egli viene qui citato con una nota dolente che ricorda il rapporto non proprio felice fra Dante e l’Umbria. Nel Purgatorio Dantesco i personaggi hanno delle profonde assonanze con le miniature dei tomi di Oderisi: il personaggio delineato nella sua perfezione stilistica sembra prendere vita sul "folio". Nel Purgatorio dantesco gli individui restano cristallizzati nelle loro colpe e fluiscono in un percorso lentissimo di espiazione sperando di raggiungere l'orizzonte della redenzione per assurgere al Paradiso. Questo percorso , quasi rituale, sembra essere racchiuso nei virtuosismi stilistici del grande miniatore. Un individuo che, in vita, cede al peccato si irrigidisce invischiandosi sempre più nella propria angoscia fino a restare immobilizzato nel peccato dopo la morte. Il Purgatorio, quindi, come passaggio iniziatico dalla cristallizzazione al movimento , dal movimento alla Danza.
Tutta questa seconda parte è affidata ad una sola danzatrice su scena ( che è anche l'autrice della coreografia ) la quale racconta il percorso di espiazione e di liberazione dal peso delle proprie colpe in quanto donna e madre.
La terza ed ultima parte, quella del Paradiso, vede coinvolti tutti gli artisti in un epilogo denotato dal cambio dei colori e dalle atmosfere più serene, ma sempre con un monito severo: il ricordo del cammino percorso per giungere fin lì di cui Dante, protagonista di questo viaggio, si è assunto le pene e le gioie redentrici a nome e per contro nostro per indicare, in un anelito sopra terreno, la retta via.